Antonello Battaglia, Sicilia contesa. Separatismo, guerra e mafia, Salerno ed., Roma 2014




Il separatismo siciliano, diverse volte evocato nel corso della storia dai moti insurrezionali, ebbe vasta diffusione e inquietanti sviluppi tra il 1943 e il 1950. La riconsegna dell’isola, da parte degli Alleati, all’Italia e la decisa risposta dello Stato inasprirono la lotta che tramutò nell’apertura di un
fronte interno tra il Regio Esercito e i “guerriglieri” indipendentisti. I rastrellamenti e le battaglie campali ridimensionarono l’eversivismo secessionista e fu intavolata una trattativa segreta tra Stato e separatisti da cui scaturì l’autonomia siciliana. Negli anni successivi l’isola fu governata, quasi ininterrottamente, dalla DC ma nonostante il nuovo assetto politico, l’agognata crescita economica non ci fu. L’autonomia, associata non di rado al federalismo, è al centro di un ampio dibattito in una fase storica caratterizzata da una crescente sfiducia nei confronti dello Stato e dalla nascita di movimenti che rivendicano l’indipendenza. Come nel Nord Italia, anche in Sicilia iniziano a serpeggiare e a ridestarsi timide simpatie filo-separatiste.

Antonello Battaglia, dottore di ricerca in Storia dell'Europa, insegna Storia delle Relazioni
Internazionali presso Sapienza, Università di Roma.
Tra gli altri volumi: Il Risorgimento sul mare, Roma 2012; I rapporti italo-francesi e le linee d'invasione transalpina (1859-1881); Roma 2013; La capitale contesa. Firenze, Roma e la Convenzione di Settembre (1864), Roma 2013.



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